Qualità dell’aria – Parte 1

 

Proviamo a fare un po’ di chiarezza sull’inquinamento atmosferico in area urbana, tema troppo spesso trascurato pur essendo uno dei fattori determinanti per la qualità della nostra vita e della nostra salute.

Innanzi tutto occorre precisare che si tratta di un fenomeno che raggiunge i livelli più preoccupanti durante il periodo invernale. Infatti, per motivi sia climatici che morfologici, il bacino padano è soggetto a condizioni che contribuiscono “a rendere più difficile il rimescolamento e il ricambio dell’aria, in particolare nei bassi strati, influenzando direttamente ed indirettamente il trasporto, la dispersione e la deposizione al suolo di gas e aerosol presenti in atmosfera, determinando, in autunno ed in inverno, frequenti periodi di stagnazione nelle zone pianeggianti della regione, con calme di vento ed inversioni termiche” (Fonte: PRQA). Avete presente la nebbia? Stesse condizioni di base.

In sostanza, mentre in condizioni “normali” l’inversione termica avviene ad alcuni chilometri dal suolo permettendo di disperdere nell’aria gli inquinanti, in inverno è frequente il formarsi, a poche centinaia di metri di quota, di strati di aria più calda di quella sottostante che ne impediscono il flusso verso l’alto. Accade così che tutte le emissioni di inquinanti possano accumularsi anche per parecchi giorni senza possibilità di disperdersi, causando il fenomeno dello smog.

 

 

Gli inquinanti atmosferici sono decine. Di seguito si propone una breve analisi sulle polveri sottili, che dipendono prevalentemente dalla tipologia di combustibile utilizzato e che sono cancerogene.

In estrema sintesi combustibili “sporchi” producono grandi quantità di polveri sottili. In generale, i combustibili gassosi sono più puliti di quelli liquidi che, a loro volta, sono più puliti di quelli solidi.

Queste semplici “regole” individuano il nemico numero uno per quanto riguarda le polveri sottili (PM10 e PM 2,5) nella combustione di biomasse solide (legna, cippato, pellet).

Giusto per dare un’idea, scaldare un’abitazione con una stufa a pellets produce una quantità di polveri sottili pari a quella che si avrebbe scaldando 380 abitazioni con caldaie a gas metano.

 

Emissioni di inquinanti per GJ di energia termica prodotta (Fonte: PRIA Regione Lombardia).

 

Purtroppo, la lungimiranza della nostra classe dirigente ha portato ad una insana incentivazione degli impianti a biomassa, che hanno proliferato in tutta la Pianura Padana andando ad aggravare un fenomeno già difficilmente gestibile.

Stesso discorso vale per i motori diesel, principali responsabili dell’inquinamento veicolare. Il gasolio in essi adoperato è un derivato del petrolio, che richiede un livello di raffinazione meno elevato della benzina con un minor costo, ma un maggior grado di impurezza. A titolo indicativo si consideri che un Euro 4 diesel produce all’incirca le stesse polveri sottili di 29 Euro 4 benzina.

Le soluzioni sembrano essere facilmente individuabili: sostituire gli impianti a biomassa con tecnologie meno inquinanti e ridurre il traffico veicolare, specialmente quello diesel.

In tale direzione muove il Nuovo Accordo di bacino padano per l’attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell’aria sottoscritto a Bologna (Accordo di bacino padano), durante il G7 Ambiente del 9 giugno 2017, dal Ministro Galletti e dai Presidenti di Regione Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

Anche la proposta di Piano regionale per la qualità dell’aria (PRQA) della Regione Piemonte prevede diverse misure per la riduzione dell’inquinamento ed individua nel contrasto dei veicoli diesel e della combustione della biomassa le principali misure.

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